martedì 29 luglio 2025

Un mio breve racconto

 La vita corre

 

Maria Elena alzò lo sguardo dalle pagine del libricino e si lasciò distrarre dal panorama che correva a tratti veloce, più spesso con una lentezza che le permetteva di cogliere i particolari. Pur essendole scivolate davanti agli occhi svariate volte quelle vedute, ancora non ne conosceva le minuzie e si trovò a constatare che non avrebbe nemmeno saputo elencare l’ordine esatto delle fermate. Era sempre troppo indaffarata a messaggiare al telefono, inviare mail di lavoro, leggere un libro, ascoltare musica o un podcast, sonnecchiare.

Le sarebbe ogni tanto piaciuto scambiare due parole con qualcuno, ma la paura di disturbare la bloccavano dall’incrociare gli sguardi; così, si limitava a immaginare vite, sogni e speranze di estranei che solleticavano la sua curiosità. Quel giorno notò solo sparute grigie persone, lontane tra loro, ognuna chiusa nella propria bolla di pensieri ed emozioni; il rumore bianco e l’andatura lineare venivano scossi solo dai tremolii e stridi durante le fermate; in lontananza, sentì un cellulare squillare. Maria Elena perciò alzò il pollice con l’unghia pittata di rosso tenuto tra le pagine come segnalibro e tornò a lasciarsi coinvolgere dalle parole del suo libricino.

Una frenata più brusca la disturbò e il grande cartello che si era piazzato proprio davanti al suo finestrino le fece sapere a grandi lettere bianche su fondo blu che era arrivata a Cittadella. Conteggiò che non era a nemmeno metà del percorso e le venne da sorridere, perché rappresentava il contesto attuale della sua vita, con ancora più del cinquanta per cento degli obiettivi da raggiungere. Tanti paesi da visitare, libri da leggere, avanzamenti di carriera, vita personale da aggiustare. Se solo la vita fosse lineare e con fermate previste!

Avvolta dai suoi pensieri, non si accorse che nel frattempo erano saliti un folto gruppetto di ragazze ventenni con zaino sulle spalle, una coppia di anziani che si sedettero con un oplà sui primi sedili a disposizione, due militari in divisa mimetica e dei colletti bianchi. Tutti trovarono velocemente un posto e il vagone si riempì di un brusio leggero, cadenzato dalle risate gentili delle ragazze.

“Posso sedermi?” le chiese un uomo alto, con un maglione verde e una sciarpa arancione arrotolata alla rinfusa attorno al collo taurino. Maria Elena si limitò ad annuire e ricacciò gli occhi sulle pagine del suo libricino.

Antonio si accomodò proprio davanti a lei e poco dopo mise le mani dentro il suo grande zaino blu per estrarne un bel panino imbottito di profumato speck, qualche fetta di pomodoro e spesse scaglie di formaggio. Mangiava educatamente, ma con foga. Sentì una notifica del cellulare, lesse un messaggio, al quale rispose sorridendo. Maria Elena lo guardò sottecchi mentre osservava il paesaggio pulendosi la bocca con un fazzoletto di stoffa.

“Vedo che sta leggendo Hermann Hesse” disse lui con voce chiara guardando curioso la copertina del libro.

La donna fu costretta a guardarlo negli occhi: “è un libro molto bello, che ho acquistato la settimana scorsa in stazione a Padova” e si bloccò, non aggiungendo oltre.

“Lo sa che esiste un treno intitolato proprio a Hesse?”

Maria Elena lo guardò con gli occhi brillanti.

“È un treno inaugurato nel 1987, anno di nascita del servizio EuroCity e credo che abbia viaggiato fino al 1993. Partiva da Genova Ventimiglia e arrivava fino a Stoccarda, passando per Milano, Como, Chiasso, Lugano e Zurigo.”

“Immagino che l’avranno utilizzato un sacco di persone!”

“Sì, credo proprio di sì! Le carrozze erano riconoscibili perché avevano una livrea arancione con una riga bianca appena sotto i finestrini. Aveva anche una vettura adibita a ristorante, ma era presente solo in territorio svizzero.”

“Chissà per quale motivo l’hanno intitolato proprio a lui! Comunque, hanno azzeccato la scelta, perché Hermann Hesse amava molto viaggiare in treno, oltre che passeggiare. Questo piccolo libro si intitola Camminare, ma più che al moto degli arti inferiori, si riferisce all’andare avanti, al miglioramento che raggiungiamo quando viaggiamo come visitatori e non come turisti.”

“A me e Angelina piace molto visitare località a noi sconosciute e prediligiamo come mezzo di trasporto il treno, perché ti permette un turismo slow, a contatto con le persone, i posti, la natura. È capitato più volte di incontrare oriundi che ci hanno indicato particolarità meravigliose da visitare, totalmente lontane dal turismo di massa.”

“Ma con l’aereo si arriva più lontano e l’automobile è comoda.”

“È vero, ma l’aereo consente l’interazione solo con al massimo un paio di persone e l’auto elimina anche questa minima possibilità.”

Antonio rifletté un poco; quindi: “sono sicuro che il signor Hesse mi darebbe ragione: solo il treno ti permette di guardare fuori mentre ti guardi dentro.”

“Il tempo ritagliato per se stessi, per trovare le soluzioni che cerchi” bisbigliò Maria Elena; accorgendosi però che l’uomo l’aveva sentita, arrossì e balbettò un “sì, no, beh, scusi, non pensavo avesse sentito, ovviamente soluzioni ne ho in abbondanza.”

L’interlocutore sorrise bonariamente e disse con dolcezza: “potrebbe trovare un treno dedicato ad un altro personaggio famoso che le piace e sfruttare la tratta per sbrigliare i fili della mente verso nuovi mondi e possibilità.”

Tacquero entrambi e il brusio del vagone occupò i silenzi.

“Eccoci finalmente a Campodarsego! La vede quella bella bruna riccioluta con il cappotto rosso tutta impettita sulla banchina? È Angelina e domani le chiederò di sposarmi” annunciò trionfante Antonio. Poi brevemente salutò Maria Elena, raccolse in fretta e furia lo zaino e il giubbotto verde scuro e si fiondò verso la porta automatizzata. Il tempo di scendere dal predellino e la coppia era stretta in un abbraccio pieno d’amore.

Li guardò dirigersi mano nella mano verso il parcheggio e poi l’andare del treno li fece scomparire.

Proseguire, abbracciare il nuovo, lasciarsi sorprendere dalle soste, accettare che dopo un’andata segue un ritorno e notare i particolari mentre la vita corre via.

Scrollando sul cellulare Maria Elena trovò il treno Monteverdi, un EuroCity che percorre la tratta da Venezia a Ginevra e si sorprese delle affinità di quel viaggio alla sua vita: non conosceva più della metà delle fermate, Ginevra era un punto d’arrivo al quale mai aveva pensato e il treno era stato dedicato a un compositore, un artista che rende musicali le parole. Tra l’altro, aveva avuto il piacere di scoprire dov’era sepolto proprio una settimana prima, quand’aveva visitato la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari per ammirare assieme a Luca la bellissima Assunta di Tiziano.

Confermò l’acquisto, sicura che Hermann avrebbe approvato questo nuovo viaggio alla scoperta lenta d’un mondo nuovo.

 

giovedì 5 giugno 2025

Brevi romanzi di viaggio

 La mia passione per i viaggi è notoria un po' a tutti: una volta all'anno io faccio la valigia e me ne vado a scoprire un paese distante dall'Italia, sia fisicamente, che come cultura, usi e costumi, linguaggio, cibi, storia e tradizioni. 

Mi piace immergermi in questi nuovi mondi, perché mi aiutano ad aprire la mente, a toglierrmi tanti fastidiosi stereotipi dalla testa, a colmare tante lacune che ho in storia, geografia, stili di vita, religioni. E, poi, mi diverto sempre un sacco, quando cerco di comunicare con gli oriundi, assaggio pietanze tipiche, mi inserisco in avventure nelle quali mai avrei creduto. 

Una volta arrivata a casa, scrivo le mie sensazioni e i ricordi più belli su un libricino, scegliendo le immagini che mi piacciono di più da inserire. Non si tratta di un romanzo vero e proprio o di una guida, perché la mia finalità non è dare un resoconto di tutto ciò che ho fatto, o insegnare alcunché a qualcuno, o pubblicarlo; io voglio solo avere un ricordo indelebile di ciò che mi ha più colpito dell'esperienza e che rimarrà per sempre nel mio cuore.  Se cliccate su questo link, potete leggere le mie emozioni durante il mio viaggio in Guatemala, compiuto in aprile di quest'anno.

Questa è una soluzione che propongo anche per altri viaggiatori: alla fine della loro esperienza, io li intervisto e mi faccio mandare le loro foto e, quindi, scrivo un racconto simile a quello linkato (ovviamente mantenendo il loro modo di proporsi e l'intensità delle emozioni provate). Posso consegnare un file in pdf, oppure fare una copia cartacea e creare un packaging creato per l'occasione. 



mercoledì 26 marzo 2025

Organizzo eventi per le imprese


 Ormai sono quasi vent'anni che organizzo eventi aziendali. Ho allestito un po' di tutto: open day, team building, apertura di nuovi punti vendita, anniversari aziendali, formazione, sfilate, presentazioni chic per clienti vip, vernissage e finissage, convention, webinar, seminari.

 

Il fil rouge che ho seguito per ogni evento è il raggiungimento dell'obiettivo aziendale desiderato dall'imprenditore. Infatti, quando si parla di azienda, ogni attività deve avere uno scopo ben preciso, compreso quindi anche l'evento: non soltanto o meramente un ritorno economico, ma può essere una brand awareness, la fidelizzazione di clienti o dipendenti, l'ampliamento della fascia di mercato, pubblicità di un prodotto o servizio. Questo è un punto focale che cerco sempre di chiarire con i miei clienti all'inizio di ogni progetto: se è ben chiaro l'obiettivo, allora tutte le azioni e le attività fluiscono e viene dato un ordine logico a ogni cosa.

Ovviamente, è necessario proporre qualcosa che sia anche in linea con i gusti del cliente, con i dettagli che rappresentino al meglio le preferenze del titolare; ad esempio, pongo molta attenzione nei colori da utilizzare, che siano vicini a quelli aziendali e che non provochino contrasti o distorsioni. 

Per ultimo, ma solo in quest'elenco, è la ricerca dell'originalità: non c'è niente di più bello che creare l'effetto wow ai partecipanti: sarà il momento più ricordato, che renderà memorabile l'evento. Per arrivare a questo obiettivo non sempre è necessario squilibrare il budget o richiedere grossi impegni. La sorpresa può essere un gadget molto bello donato a fine evento, una musica studiata ad hoc, un profumo, un cibo fuori dall'ordinario, un video emozionale, una mise en place elegantissima, la presenza di piante. 


Ricordo che per un evento ero a corto di idee: a causa di alcuni imprevisti ero arrivata al limite del budget e sapevo che il mio cliente non avrebbe accettato una richiesta di aumentarlo. Tutto era stato pensato e organizzato, ma sentivo che mancava qualcosa. Mi sono inventata di fare una sorta di flash mob con discorso: verso la fine della cena, a turno si sono alzati alcuni dipendenti e qualche cliente storico, che hanno raccontano in modo carino e divertente la storia aziendale. Il risultato è che il titolare si è divertito (e commosso) e per giorni il video del discorso è girato tra le chat, rendendo unica la serata.

mercoledì 29 gennaio 2025

Scrivo per mestiere

Per quanto mi riguarda, la scrittura è un mestiere molto vario. Io ho scelto, già da qualche anno, di focalizzarmi sulla scrittura per le aziende. Non mi piace definirmi copywriter come il mercato invece richiederebbe, perché fare il copywriter significa scrivere slogan pubblicitari e non comprende quindi tutte le attività che io invece svolgo quotidianamente (redazionali, mail commerciali, presentazione aziendale e di prodotto, blog, newsletter, siti aziendali, monografie aziendali, biografie di imprenditori, discorsi da tenere in pubblico e molto, molto altro). Per questo, preferisco utilizzare la più ampia dicitura di scrittrice per le imprese. 

Non scrivo per i social, perché credo sia più utile chiedere il sostegno di un social media manager per questo settore. Infatti, la scrittura in questo comparto occupa una minima parte, mentre molto efficaci e perciò più importanti sono le immagini e i video, che devono essere realizzati seguendo i trend del mercato, la psicologia dell'utente, le mode del momento. Unica eccezione è LinkedIn, dove ancora hanno un'influenza le parole e, quindi, ha senso chiedere la mia professionalità. 

I social, inoltre, pretendono aggiornamenti costanti, che portano a competenze distanti e poco utili da ciò di cui mi occupo per lavoro. Infatti, i corsi che sono di mio interersse riguardano la narratologia, le strategie per pubblicare un libro con successo, come diventare un efficace editor, come scrivere una monografia aziendale originale, quali sono i messaggi utili da trasmettere con una mail commerciale, come strutturare una notizia per un blog aziendale, come realizzare newsletter efficaci. 

Ad esempio, da qualche giorno ho iniziato un corso di approfondimento di Rotte narrative: molto coinvolgente e indispensabile per la mia crescita professionale, perché approfondisce il tema della narratologia e spiega come diventare un editor professionista. 

Di questo, però, ve ne parlerò in un altro articolo, perché riguarda le mie collaborazioni con le case editrici e la stesura dei romanzi e richiede un discorso a parte.

 

martedì 7 gennaio 2025

Alice, organizzatrice di eventi aziendali e scrittrice per le imprese


 

Benvenuti a tutti nel mio blog: mi chiamo Alice Bergamin, vivo e lavoro a Bassano del Grappa (cittadina deliziosa ai piedi del monte Grappa, in provincia di Vicenza) e da circa 15 anni scrivo testi per imprenditori e professionisti e organizzzo eventi aziendali con finalità commerciali.

Sono del segno dei pesci, perciò empatica, emotiva, creativa, umorale. Amo tanto viaggiare, per scoprire culture diverse dalla mia. Mi piace fare la pasta fatta a mano. Amo le borse. Il mio colore preferito è l'arancione.  Ho pochi amici, ma buoni. Il mio sport preferito è il nuoto. Ho due splendide nipoti. Per anni ho scritto su un quaderno le frasi più belle che leggevo o ascoltavo.

Scrivere e organizzare eventi non sono due lavori differenti, anzi: per entrambe servono creatività pratica, intuizione, dedizione, studio e analisi, piena comprensione di chi riceve. Però ci sono delle differenze sostanziali: quando scrivo sono seduta al pc e non desidero parlare con alcuno per non perdere la concentrazione, mentre per gli eventi sono sempre in movimento e parlo, parlo, parlo con tantissime persone differenti; quando realizzo testi in conto terzi devo dimenticare me stessa per lasciare spazio al pensiero del mio cliente, mentre per rendere un meeting indimenticabile devo scervellarmi nel trovare soluzioni originali frutto della mia creatività; la scrittura richiede calma, quiete e pace, mentre il brainstorming acceso è una delle modalità che preferisco per risolvere le questioni che possono nascere durante la realizzazione di un evento. 

Esisto già su Facebook, Instagram e Linkedin, ma sono strumenti che impongono delle limitazioni e si basano troppo sui like e i commenti. Perciò, ho deciso di realizzare questo blog perché voglio parlare del mio lavoro in maniera libera e senza restrizioni di spazi, parole, tempi. 

La creatività nasce dalla libertà.

Benvenuti a tutti!

Alice

 


Un mio breve racconto

  La vita corre   Maria Elena alzò lo sguardo dalle pagine del libricino e si lasciò distrarre dal panorama che correva a tratti veloce,...